Storia del Corpo

In Trentino

Le prime norme di regolamentazione per la prevenzione degli incendi e le pene per chi li causava risalgono al 1300/1400 sotto forma di "Statuti" o "Carte di Regola", anche se a Merano si sono ritrovati scritti risalenti al 1200 con la presenza di "Regulae" atte allo scopo. A quei tempi è il "Saltaro" (dal latino “Saltus”) che, oltre ai compiti di messo comunale e guardia forestale, svolge anche la mansione di "vigile" per sventare incendi sia a carattere domestico che boschivo. Nel 1472 il Magistrato Consolare provvede alla distribuzione di "instrumenti contro gli incendi" ai capi quartiere, nel 1563 intima a tutti i muratori, scalpellini e potatori "d’accorrere tosto al salvataggio", nomina una guardia notturna, acquista delle secchie in cuoio per l’estinzione degli incendi e, nel 1624, istituisce una tassa per l’acquisto di altre attrezzature. Con gli statuti dei vari comuni sorgono nuove figure più specializzate come quella del "portatore", con compiti e obblighi ben precisi per quanto riguarda l’intervento in caso d’incendio. Viene inoltre imposto che in ogni casa vi sia almeno una persona tenuta ad intervenire per l’estinzione degli incendi in paese. La prima metà del 1600 vede la nascita di un’altra figura, quella del "Sovrastante del Fuoco" che aveva compiti di prevenzione e di intervento in caso di incendio e che veniva coadiuvato dai "Giurati" nominati, come il Sovrastante, dal Consiglio Comunale. Un esempio di questa organizzazione (il primo documentato) si ha a Pergine nel 1677. A cavallo tra il 1700 e il 1800 i comuni Trentini si mettono in linea con le direttive contenute nel "Regolamento Generale per gl’Incendi da osservarsi nella città capitale d’Innsbruck e nelle altre città e borghi del Tirolo" del 1787, cosa questa che porterà nella seconda metà del 1800 all’istituzione dei "Pompieri" e dei "Civici Pompieri Zappatori". Il primo esempio di disciplinare di un corpo di pompieri è invece del 1862, il 21 maggio a Rovereto, che sancisce la nascita del "Corpo dei civici pompieri" come unità comunale per la lotta agli incendi. Questo regolamento costituirà la base per l’organizzazione di altri corpi in tutto il Trentino.



A Levico e in Valsugana

Il 6 aprile 1878 nacque, con delibera della Rappresentanza Comunale, il "Corpo Pompieri di Levico", a capo del distretto che comprendeva Levico, Caldonazzo (Calceranica), Centa, Bosentino, Lavarone, Pedemonte, Casotto e Luserna, come riportato dal regolamento per i comuni della Reggenza del Tirolo italiano (1853). Il primo statuto del Corpo venne approvato dal Municipio il 26 giugno 1882 e servì da base anche per la stesura di quello di Caldonazzo (11 maggio 1884). La "Federazione fra i Corpi dei Pompieri del Trentino" nacque invece a Pergine il 13 giugno 1908 con l’approvazione dell’assemblea dei comandanti e della giunta provinciale di Innsbruk. La Federazione aveva lo scopo di "creare un legame fra i diversi Corpi dei pompieri comunali e volontari rispettando la loro autonomia". Il passaggio del Trentino dall’Impero austroungarico al Regno d’Italia in principio non portò grossi cambiamenti, sennonché negli anni ‘20, con l’avvento del periodo fascista, vennero sciolti tutti i corpi costituitisi in epoca austroungarica che furono poi riorganizzati, con la fusione di più comuni in uno, unificando anche i corpi dei pompieri con la conseguente formazione di diversi distaccamenti. In una lettera datata 16/09/1940 e indirizzata "Al Capo squadra Vigili del Fuoco di Centa - Calceranica Caldonazzo" il Comandante di Distaccamento di Levico scriveva :

"Per ordine superiore Vi invito a voler far cancellare dall’esterno del locale adibito a Magazzino Pompieri le parole "Magazzino Pompieri".
Vorrete darne a suo tempo cipazione a questo Comando sull’eseguito.

Il Comandante il Distaccamento"

La lettera era stata scritta sul retro di una carta intestata del "Partito nazionale fascista/fascio di combattimento di Levico". Con il 1935 il servizio antincendi viene nazionalizzato, e a Trento nasce così l'85° Comando con sede in piazza Centa. Negli anni successivi i pompieri volontari trentini vengono mandati a rafforzare le strutture antincendi delle grandi città italiane, che erano carenti di personale. Nel 1946 il "Distaccamento di Levico" del "Comando 85° Corpo Vigili del Fuoco Trento" comprendeva le squadre di Selva, Barco, Caldonazzo, Centa, Calceranica, Novaledo e Tenna, per cui si richiedevano a Trento ben lire 4766 e 10 centesimi per "spese di sistemazione dei vari locali". Questa situazione durò fino al 1948, anno in cui si ripristinarono gli ex comuni. Il 1954 vide lo scioglimento dell'85° Comando con l'approvazione da parte del Consiglio regionale delle normative previste dallo statuto di autonomia del 1948 in materia di antincendi. Nacque così il Servizio Antincendi, con il Corpo di Trento ed i Corpi Volontari Comunali, come esiste tutt'oggi. In Trentino i Vigili Volontari sono circa 5000 distribuiti nei Corpi presenti in tutti i Comuni, riuniti nella Federazione Provinciale dei VVF Volontari; il distretto di Pergine, di cui fa parte Levico, vede operativi circa 380 Vigili del Fuoco e 80 Allievi. Per maggiori informazioni si consigliano le seguenti letture: "Levico Terme, I Vigili del Fuoco nella storia" Marina Poian, edizioni Associazione "Amici della Storia" - Pergine. "Storia dell'antincendio nel Trentino" di Marco Zeni, Publiprint editrice Trento. "Storia dei Pompieri di Caldonazzo" Vigili del Fuoco di Caldonazzo (TN).